
Chi sono?
Mi chiamo Sabrina. Ho studiato lettere presso la Federico II di Napoli e attualmente lavoro nell’ambito del content digitale.
Da oltre dieci anni vivo a Berlino con mio marito. Amo viaggiare, camminare per ore e andare in montagna: le escursioni sono la mia ricarica.
Ho anche una grande passione per l’interior design: nel tempo libero progetto spazi, ridisegno stanze, immagino atmosfere.
Ma sono anche una donna che avrebbe voluto diventare mamma e negli ultimi anni mi sono trovata a fare i conti con una parola che non avrei mai pensato di dover pronunciare: infertilità.
Nei mesi scorsi è scattato qualcosa dentro di me.
Forse per rimettere ordine tra i pensieri, forse per non sentirmi più sola, o forse per far sentire meno sole altre donne come me, ho deciso di raccontare la mia storia.
Questo spazio nasce da lì: da un desiderio non realizzato, ma anche dalla forza di trasformarlo in parola.

Perché ho deciso di aprire questo blog?
Per molti anni ho vissuto la mia infertilità in silenzio. Un silenzio carico di dolore, nascosto con cura, quasi fosse qualcosa di cui vergognarsi. Come se il mio corpo, la mia storia, fossero “sbagliati”. Ho indossato una maschera, mentre dentro di me si accumulavano frustrazione, paura, senso di fallimento.
Alla domanda “perché parlarne?”, oggi rispondo così:
Perché tacere fa più male.
Perché il dolore dell’infertilità è spesso un dolore invisibile, ma non per questo meno reale.
Perché sentirsi visti e rappresentati è un passo fondamentale per guarire.
C’è però anche un’altra motivazione, che oggi sento forte: la voglia di rappresentare chi, come me, ha vissuto (o sta vivendo) tutto questo. Le coppie, le donne sole, gli uomini, i genitori di qualunque genere che affrontano percorsi di procreazione medicalmente assistita troppo spesso restano ai margini, come se non esistessero davvero. Come se il loro dolore non fosse degno di spazio.
E invece l’infertilità è una realtà sempre più diffusa.
Un fenomeno che va raccontato, compreso, normalizzato.
Questo blog nasce anche per questo: per offrire uno spazio di condivisione, supporto, informazione e rappresentazione.
Il mio diario sulla PMA
Mai avrei pensato di pubblicare un libro, eppure oggi eccolo qui.
Come scrivo tra queste pagine, la scrittura per me è stata una forma di evasione, ma anche un modo per guardare in faccia il dolore. Sì, perché dopo tanti anni di sofferenza arriva un momento in cui non puoi più ignorarlo: devi avvicinarti a quel dolore, dargli un nome, ascoltarlo. Questo libro è stato il mio modo per farlo.
Mi ha permesso di affrontare verità scomode, pensieri che per troppo tempo avevo tenuto in silenzio. È stato anche un modo per riprendere contatto con me stessa, per ritrovare un briciolo di controllo nel caos che la PMA ha portato nella mia vita.
Ma soprattutto, è stato un modo per generare.
Sì, l’infertilità mi ha tolto tanto, ma non la mia capacità di creare. E questo libro ne è la prova
Questo sito è fatto col cuore e.. con un po’ di AI
Per la stesura dei contenuti ho utilizzato strumenti di intelligenza artificiale (AI) per supportarmi nella ricerca e nella scrittura. Tuttavia, ogni testo è stato curato, rivisto e personalizzato da me, sulla base della mia esperienza e sensibilità.
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