Monitoraggi durante la stimolazione: cosa aspettarsi

La fase di stimolazione ovarica in un percorso di FIVET non è solo fatta di punture e farmaci: è scandita da una serie di monitoraggi costanti che servono a “leggere” la risposta del corpo e a capire quando è il momento giusto per procedere con il pick-up ovocitario. Questi controlli possono sembrare invasivi o ripetitivi, ma sono l’unico modo per massimizzare le probabilità di successo del trattamento.

Campioncino per prelievo di sangue

Ogni quanto si fanno i monitoraggi?

Di solito, dopo 4-5 giorni dall’inizio delle iniezioni di gonadotropine, si effettua la prima ecografia transvaginale per valutare la crescita dei follicoli e lo spessore dell’endometrio. Successivamente, i controlli vengono ripetuti ogni 2-3 giorni, a volte anche ogni giorno nella fase finale, per non perdere il momento ottimale per il “trigger” (l’iniezione che induce la maturazione degli ovociti).
Oltre alle ecografie, spesso vengono eseguiti anche prelievi di sangue per monitorare i livelli di estradiolo (E2) e LH, parametri che danno un’indicazione sulla maturazione follicolare.

Cosa viene controllato?

  • Numero e dimensione dei follicoli: ogni follicolo in crescita può contenere un ovocita. La dimensione ideale per il pick-up è di circa 18-22 mm.
  • Spessore dell’endometrio: un endometrio ben preparato, solitamente tra i 7 e i 10 mm, è considerato ottimale per l’impianto.
  • Ormoni nel sangue: aiutano a calibrare i dosaggi giornalieri dei farmaci e a prevenire ovulazioni spontanee.
Un gruppo di tubi per le analisi del sangue
Donna in bianco e nero con cappotto

Quanto dura questa fase?

La stimolazione ovarica dura mediamente tra i 10 e i 14 giorni, ma la durata varia a seconda della risposta del corpo. Ci sono donne che hanno bisogno di più tempo, e altre che rispondono più velocemente. È un tempo sospeso, fatto di attese e di corse improvvise in clinica.

I monitoraggi nella stimolazione ovarica non sono solo un passaggio tecnico, ma un vero e proprio viaggio fatto di speranze e di paure. Ogni visita è un passo verso l’obiettivo, ma anche un banco di prova emotivo che ti costringe a vivere il presente con il fiato sospeso.

L’aspetto emotivo: la conta dei follicoli

Chi vive questa fase sa che ogni ecografia diventa una sorta di esame, un appuntamento carico di tensione. Ricordo ancora il mio primo ciclo IVF, quando contare i follicoli significava contare le speranze. Ogni millimetro di crescita era un piccolo traguardo, ma bastava una risposta più lenta del previsto per sentirmi “sbagliata” o “in ritardo”.

Nelle pagine di Sogni a piccoli passi ho raccontato quanto questi monitoraggi fossero faticosi non solo fisicamente, ma anche mentalmente: le corse da un lato all’altro della città, gli appuntamenti fissati all’ultimo minuto, l’impossibilità di pianificare. E poi l’ansia di quei numeri: 5 follicoli, 7 follicoli, 8 follicoli… come se la mia capacità di diventare madre potesse essere ridotta a un semplice conteggio.