Le principali tecniche di PMA: cosa aspettarsi davvero, oltre la teoria
Quando si entra nel mondo della procreazione medicalmente assistita (PMA), ci si rende conto che non basta conoscere il nome delle tecniche: FIVET, ICSI, inseminazione… Suonano tutte un po’ uguali, ma ognuna ha caratteristiche diverse, tempi diversi, e soprattutto un impatto specifico sulla vita quotidiana.
1. Inseminazione Intrauterina (IUI)
L’IUI consiste nell’introdurre il seme (precedentemente trattato in laboratorio) direttamente nell’utero della donna nel momento dell’ovulazione. L’obiettivo è facilitare l’incontro tra ovulo e spermatozoo. È una tecnica “di primo livello”, semplice e poco invasiva.
Cosa comporta nella pratica
- Monitoraggi ecografici (2-4 in un ciclo) per seguire lo sviluppo dei follicoli;
- Talvolta si stimola l’ovulazione con ormoni (dosaggi lievi);
- Quando il follicolo è maturo, si induce l’ovulazione con una puntura (solitamente l’ovitrelle);
- L’inseminazione avviene circa 36 ore dopo.
Il giorno dell’inseminazione, il partner consegna il campione di seme (o si utilizza seme da donatore), che viene preparato e inserito con un sottile catetere in ambulatorio. È una procedura veloce, indolore per la maggior parte delle donne.
Percentuali di successo (IUI)
- 10-15% a ciclo, variabile in base all’età e alla qualità del seme;
- Di solito si consiglia di non superare i 3-4 tentativi, se non funziona si passa a tecniche più complesse.
Cosa non ti dicono sempre
L’IUI richiede disponibilità quotidiana o quasi per i monitoraggi. La tempistica è precisa, e questo può generare stress, soprattutto se si lavora o si vive lontano dal centro. È una tecnica più “leggera”, ma comunque emotivamente coinvolgente, specie quando il risultato è negativo.
2. Fecondazione in Vitro (FIVET)
Cos’è
La FIVET (Fertilizzazione In Vitro con Embryo Transfer) è una tecnica di secondo livello. Gli ovuli vengono prelevati con un piccolo intervento, fecondati in laboratorio con lo sperma del partner (o di un donatore) e, se si sviluppano embrioni, uno o più vengono trasferiti nell’utero.
Cosa comporta nella pratica
- Stimolazione ovarica con iniezioni quotidiane (in media per 10-12 giorni);
- Monitoraggi frequenti: ecografie e prelievi ogni 2-3 giorni;
- Pick-up ovocitario (prelievo degli ovuli): avviene in sedazione;
- Dopo 3-5 giorni, si fa il transfer embrionale, in genere non doloroso.
L’eventuale congelamento di embrioni permette di evitare una nuova stimolazione in caso di insuccesso.
Percentuali di successo (FIVET)
- 30-40% a ciclo nelle donne sotto i 35 anni;
- Dopo i 40, la media scende sotto il 15%;
- La qualità embrionale e dell’endometrio influisce molto.
Cosa non si dice abbastanza
La FIVET è intensa: fisicamente, psicologicamente e anche logisticamente. Bisogna spesso assentarsi dal lavoro, gestire ormoni, ansia da attesa e i famosi “14 giorni post transfer” (la fase più snervante). Il numero di ovuli prelevati può variare, e non tutti diventano embrioni. Spesso si spera nel “congelamento”, ma non sempre è possibile. Ogni fase può portare una piccola delusione da elaborare.
3. ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica dello Spermatozoo)
Cos’è
È una variante della FIVET. Invece di lasciare che lo spermatozoo fecondi l’ovulo da solo in laboratorio, viene iniettato direttamente all’interno dell’ovulo. È indicata nei casi di infertilità maschile severa o dopo fallimenti di FIVET classica.
Cosa comporta nella pratica
Il percorso è identico alla FIVET: stimolazione, pick-up, transfer. Cambia solo il metodo usato in laboratorio per fecondare l’ovulo.
Percentuali di successo (ICSI)
Simili alla FIVET, ma leggermente superiori nei casi di fattore maschile.
Cosa sapere
Molti centri scelgono di default la ICSI, anche se non sempre necessaria. Non è garantito che tutti gli ovuli si fecondino, e l’ICSI non risolve problemi legati alla qualità ovocitaria.
4. Donazione di ovuli o seme (Eterologa)
Cos’è
Si usa materiale genetico donato da una persona esterna. È una possibilità importante per chi ha riserva ovarica molto bassa, menopausa precoce, problemi genetici, o nei casi in cui il seme del partner non sia utilizzabile.
Cosa comporta nella pratica
- La ricevente prende ormoni per preparare l’endometrio;
- Il materiale donato (ovulo fecondato o seme) viene utilizzato per formare embrioni;
- Dopo qualche giorno, si procede al transfer embrionale.
Percentuali di successo (Eterologa)
- Molto alte: oltre il 50% a ciclo, poiché ovociti e spermatozoi provengono da donatori giovani e selezionati.
Aspetti da non trascurare
È una tecnica carica di implicazioni psicologiche, legate alla genitorialità non genetica. È fondamentale avere tempo per elaborare la scelta. I tempi d’attesa possono essere lunghi, soprattutto nei programmi pubblici.
Note informative
Non sono un medico e tutto quello che trovi in questo articolo non sostituisce in alcun modo il parere di uno specialista. Si tratta di una sintesi di informazioni reperibili online, che ho voluto raccogliere e raccontare con parole semplici, per aiutare chi — come me — si sta avvicinando al mondo della PMA. Ho scritto questo testo con il supporto dell’AI, cercando di restare il più chiara possibile. Se hai dubbi sul tuo percorso, il consiglio più importante resta sempre uno: parlane con un medico esperto.